Storia del sodalizio - Un
cammino che dura da ottant'anni
Tutto inizia nel lontano agosto
del 1931 sul nostro Appennino
esattamente sul Maggiorasca.
Alcuni giovani si
incontrano per caso sulla stessa mulattiera. Si abbeverarono insieme
alla stessa fonte e divisero in quel giorno
pane, companatico, giaciglio e il comune amore per la montagna.
Divennero insomma amici per la pelle; per un anno camminarono insieme,
guidati da un amico, Savino Anelli.
Così da quel fortuito incontro nacque ufficialmente il Gruppo
Escursionistico intitolato a Savino Anelli, prematuramente scomparso in
un incidente in moto. Il 16 novembre
1932, sulle
friabili rocce del Menegosa, s’ebbe il
battesimo del gruppo, con la partecipazione di una trentina di
appassionati.
La
spontanea intesa di entusiasti
fa proseliti, elegge un ritrovo: il marciapiede prospiciente la fermata
del tram all'angolo della Piazza Cavalli che guarda il Romagnosi. Da
allora le escursioni non si contarono più e ogni valle, ogni
mulattiera o sentiero, ogni vetta dell’Appennino della nostra zona, dal
Lesima, all’Alfeo al Maggiorasca sino al Penna all’Aiona e al Pelpi,
furono calcati in ogni stagione.
|
Nel
1933 nasce un Comitato con un
presidente nominale, un segretario nominale, non c'era il cassiere
nominale, c'erano pochi soldi e gente che non voleva fare carriera; ma
il Gruppo che aveva preso corpo e così il Dopolavoro Provinciale si
fece premura di assorbirlo come suo Gruppo escursionistico.
Nel maggio del 1933 divenuto Sotto Sezione del Club Alpino, poté
organizzare la prima giornata alpina alle Grigne sulle Prealpi di
Lecco. Poi le guglie dentate del Resegone, il Pizzo dei Tre Signori,
furono
mete del Gruppo e la Capanna Maniva in Val Trompia e le belle vette
della Val Brembana dal Corno Stella, al Pizzo del Diavolo. |
|
|
Tuttavia la schiera degli
escursionisti fu sempre molto limitata perché
l’ambiente non a tutti confaceva, fatto com’era di gente modesta e
senza pretese, con polmoni e cuore saldo e muscoli temprati, un po’
rude ma sensibile alle cose belle. Per molti anni però nel Gruppo non
vi furono defezioni, e valli e vette
echeggiarono sempre dei canti giulivi della simpatica compagnia, che
nel giugno del 1935 affrontò le Alpi con una memorabile ascensione al
Grostè (m. 2897) nelle Dolomiti del Brenta, quando ancora il difficile
percorso era tutto coperto di neve. I nostri soci non disdegnavano di
cimentarsi in marce in montagna, infatti nel 1938 alcuni parteciparono
alla prima marcia a Ferriere.
|
La
Seconda Guerra Mondiale poneva poi termine al primo ciclo di
attività. Ma i nostri non appena usciti dall’incubo della guerra, come
se gli anni per loro non fossero passati, si posero a rinnovare le
schiere.
Nel 1946 dopo gli
eventi
bellici, le disperse file si raccolsero in
libera associazione, riproponendo la pratica dell'escursionismo
con
grande seguito, sede il ‘Bottegone’ in Piazza Cavalli; il 18 giungo del
1946 riunirono una Assemblea Costituente dando vita al ‘Gruppo
Escursionisti Piacentini’ (GEP) prendendo lo Statuto di provata
esperienza di una vecchia società.
Il Gruppo nominò allora come presidente uno dei membri dell’Assemblea
Costituente, scegliendo fra questi Vincenzo
Stoto grande appassionato
di montagna, uomo dal grande carisma che forse gli derivava
dall’esperienza militare di Tenente Colonnello. |
|
C’è
tanta voglia di ricominciare, di lasciarsi alle spalle gli
orrori della
guerra, si riprende così l’attività con le escursioni in montagna.
La
prima che si organizza, utilizzando per l'approccio il leggendario
‘pancato’ su camion residuati di guerra, vede impegnati ben tre camion.
Elementi validi e giovani risposero alla chiamata ed ecco che il
Gruppo, forte di un centinaio di soci e di una numerosa schiera di
simpatizzanti, tende a divenire il maggior sodalizio escursionistico
piacentino dei primi anni del dopoguerra. |
Nel 1947 viene assunta la
attuale denominazione G.A.E.P. Gruppo
Alpinisti Escursionisti Piacentini, quale sottosezione del CAI,
in breve ritornata in libera Associazione.
Non poteva mancare il Bollettino mensile del Gruppo e quindi
tutti i soci sono impegnati a fare il compito in classe trasformandosi
in giornalisti/redattori. Nasce così la testata ‘Vento di
Montagna’. In quegli anni si riprende la tradizione dei
campeggi in montagna, così Prato Cipolla ospita le tende dei
villeggianti gaepini. Proprio dalle
pagine
del bollettino nel 1949 sopraggiunge il pallino della Capanna rifugio
in Alta Valnure. Gli occhi di un socio cadono sui ruderi della
vecchia gabella ducale sita poco distante dal Passo della Cociglia. Un
dibattito serrato sulle pagine del giornalino, poi si parte con una
sottoscrizione non disertata che trova sostenitori con le 1.000 e le
5.000 lire di quell'epoca. |
|
Quotidiano
“Libertà”
Piacenza 24 gennaio 1947
Ecco la breve storia del G.A.E.P. detta alla buona "per chi non la sa" |
Le
escursioni intanto continuano, Appennini e Alpi si susseguono come
mete delle allegre compagnie che partono da Piacenza. Una in
particolare è rimasta nella storia; nell’estate
del 1950 il GAEP parte
verso una meta importante la Capanna Regina Margherita, il più alto
rifugio d’Europa a 4552 metri sul Monte Rosa. |
Nel 1953 il presidente
Vincenzo
Stoto, solidali i soci, decide
l'acquisto dal Demanio dei ruderi della Vecchia dogana al Crociglia.
Dogana di Stato del vecchio Ducato di Parma e Piacenza, per creare un
Rifugio montano quale ricovero e appoggio per le escursioni. Visione
veramente profetica, chi mai oggi penserebbe di acquistare simili
ruderi con una strada vicina, nessuno lo ha mai fatto con l’analoga
costruzione del Passo del Tomarlo. Ricordiamo che in quegli anni la
strada si fermava a Ferriere. Era veramente un’impresa pensare di
portare manodopera e mezzi lì per ristrutturare quei ruderi ormai in
completa rovina. Se però Stoto non avesse avuto quella brillante
intuizione oggi il GAEP non sarebbe titolare di un Rifugio. Ad oggi,
l’unico Rifugio riconosciuto come tale nella nostra provincia. |
|
Vincenzo Stoto contava
soprattutto sulle prestazioni di lavoro di tutti
i soci e non si sbagliava, il risultato è ora davanti agli occhi
di
tutti. La domanda di acquisto viene rivolta con formale richiesta alla
Intendenza di Finanza di Piacenza per i ruderi della ex Caserma Ducale
posta al passo del Crociglia del Comune di Ferriere, sottoscritta dal
rag.Vincenzo Stoto quale presidente del GAEP.
Il 24 marzo 1955 il Demanio di
Stato vende al GAEP di Piacenza al suo
legale rappresentante quale presidente Vincenzo Stoto, i ruderi dell'ex
Caserma Ducale e terreno annesso in loco per la costruzione di un
rifugio alpestre. Il 3 settembre 1956
l'Ufficio Tecnico Erariale di
Piacenza consegna al Sig. Pozzi Dante in rappresentanza del GAEP,
l'immobile di cui all'atto di acquisto, per la costruzione del Rifugio
Alpestre, che negli anni ottanta sarà dedicato alla memoria del
protagonista di questo progetto: ‘Vincenzo Stoto’.
Passano gli anni, siamo negli anni ‘60 e l'escursionismo continua, ma
l'entusiasmo per la realizzazione del Rifugio non viene favorito. La
mancanza di viabilità non consente il rifornimento dei materiali da
mettere in opera, tutto si ferma, nell'attesa della strada che a Selva
non arriva mai. Si va avanti comunque con il lavoro di manovalanza per
liberare dalla enorme massa delle macerie crollate i ruderi ormai
ridotti in rovinose strutture. |
|
Nel 1967 finalmente con un
ben
organizzato carosello di muli, sabbia,
mattoni, cemento, laterizi, legname arrivano e si va in opera; i
primi
due locali e mansarda sono coperti; la gestione sarà prettamente
sociale con esclusione di lucro; retta da apposito regolamento tuttora
in atto. Già dall’anno successivo, la Vecchia Dogana ha cominciato ad
offrire ospitalità agli escursionisti.
Chi ha lavorato in quei giorni ricorda quello che succedeva in quei
fine settimana, i ruderi si trasformavano in un formicaio di persone
che lavoravano al progetto con una dedizione assoluta. Esperti e meno
pratici si davano una mano ad edificare le strutture tenendo come
riferimento ciò che era rimasto. Le donne preparavano il pranzo
improvvisando delle cucine da campo. A mezzogiorno le assi che erano
servite per i ponteggi venivano rigirate e si trasformavano in tavoli
dove si pranzava in allegria in attesa di riprendere il lavoro fino a
che la luce del giorno lo consentiva, poi si ripartiva a piedi verso
l’abitato di Selva per tornare in città.
Si viveva la settimana in attesa di ritrovarsi il sabato e la domenica
ai piedi del Crociglia per portare a termine nel più breve tempo
possibile il progetto ormai definitivamente avviato. |
Durante
il periodo della
costruzione del Rifugio, il GAEP continua con
il suo programma di escursioni e nel frattempo nasce un’altra
importante iniziativa. Si dà vita alla Lunga Marcia.
Un giorno nel 1970, pensando
in maniera scherzosa, che per chi soffriva
la macchina era più semplice raggiungere la Vecchia Dogana a piedi,
quasi per sfida tre soci, Tonino Ballotta, Luciano Barbieri e Umberto
Bosoni, con il supporto logistico di Dante Cremonesi, partono a piedi
di notte da Piacenza e il giorno successivo arrivano a pranzare in
Rifugio. Tonino Ballotta ha ricordato: ‘arrivati in dogana la moglie
del presidente Dante Pozzi, ci ha cucinato gli stricci che il marito
aveva pescato’. Da questa impresa nasce l’idea di organizzare
una
camminata un po’ più lunga delle solite sul crinale dell’Appennino tra
Val Nure e Val Trebbia. |
|
Così nel 1971 nasce la
‘Marcialonga’ oggi Lunga Marcia in Val Nure,
camminata in montagna dei 33 Km; manifestazione che ormai si ripete
immutata da oltre quaranta anni. Aggiornata nel tempo con nuovi
percorsi, 11 km, 25 km e da quest’anno la prima edizione ufficiale del
Trial Alta Val Nure di 53 km.
L’organizzazione preparata nel 1971 da Dante Cremonesi e Franco Rebessi
era stata studiata così meticolosamente che da allora è solo stato
cambiato il punto di partenza, nulla è stato poi mutato. Dal 2007 la
marcia è stata intitolata a Dante
Cremonesi, uno dei fondatori del
sodalizio che fino alla sua scomparsa è stato l’economo e la vera anima
del GAEP. |
Nel 1980 si dà inizio ai
lavori
per la ricostruzione del corpo nord dei
ruderi che nel breve giro di due anni viene reso agibile ed
ospitale
con razionale riferimento al progettato recupero di tutto il vecchio
complesso; viene dotato di impianto elettrico autonomo.
Nel 1983 si
collabora con gli Amici di Torrio alla realizzazione della
nuova statua dell’Arcangelo San Raffaele che verrà posta sul monte
Crociglia dopo che quella storica, precedente, è stata distrutta da un
fulmine.
Nel 1984 si
intraprende la radicale ristrutturazione della Vecchia
Dogana, che a lavori ultimati offrirà la disponibilità di un Rifugio
funzionale con capacità ricettiva adeguata all'interesse della zona; di
necessità viene risolta la sopraelevazione della mansarda sud che non
rispondeva all'abitabilità.
Nel 2000 oltre alle
numerose varie escursioni programmate si dà il via
alla 30a edizione della Lunga Marcia. All’evento risponde numerosa la
partecipazione di tanti escursionisti. Il GAEP deve rendere merito alla
vecchia squadra che la rende valida con rinnovato impegno
organizzativo.
Nel 2001 il Rifugio
arriva allo stato finale dei lavori. I ruderi della vecchia gabella,
sono interamente recuperati alla completa
disponibilità nei volumi e sui due piani della struttura originaria in
regola con le norme di legge. |
Il
1° Maggio 2002 per
voler
celebrare al meglio l’Anno Internazionale
delle Montagne, proclamato dall’ONU, il GAEP organizza l’inaugurazione
ufficiale del Rifugio GAEP ‘Vincenzo Stoto’ numerosi sono i
giovani, ma
anche gli escursionisti dai capelli bianchi che insieme al prefetto di
Piacenza, Domenico Gorgoglione partecipano all’evento.
Nel 2004 il GAEP ha realizzato
un percorso attrezzato
dedicato al Socio
Adolfo Ferrari con lo scopo di creare un percorso didattico, nelle
vicinanze del Rifugio, che possa preparare gli appassionati a superare
le difficoltà di una ferrata.
Nel 2005 il sodalizio
ripropone per la 35a volta consecutiva la Lunga
Marcia, non competitiva. La manifestazione di escursionismo più
partecipata del nostro Appennino; sono sempre circa 500 gli
appassionati che tutti gli anni si cimentano lungo il percorso sul
crinale alpestre della Val Nure. Da questo anno il GAEP ha deciso di
intitolare la marcia al socio fondatore Dante Cremonesi.
Nella serata del 30 settembre 2005, presso l’oratorio San Filippo Neri
della Parrocchia della Santissima Trinità, numerosi soci e amici del
G.A.E.P. si sono ritrovati per fare un rapido escursus storico alla
ricerca delle radici e delle motivazioni che ancora oggi tengono vivo
e unito il sodalizio che ha ormai più di settanta anni e conta circa
trecento soci. [continua]
Nel 2007 il GAEP ha voluto
celebrare i suoi 75 anni con un’ascensione
alla Punta Gnifetti (Capanna Regina Margherita) per ricordare la
storica escursione del 1950 e con un nuovo logo con relativo
gagliardetto.
Inoltre la tradizionale festa del 1° Maggio è stata l’occasione per
festeggiare il compleanno, tanti i partecipanti all’evento. In
quell’occasione è stato realizzato l’opuscoletto ‘La dogana e le sue
vie’ che raccoglie alcuni itinerari percorribili partendo e
ritornando
a piedi al Rifugio. |
Nel 2012 il GAEP ha compiuto ottanta anni.
In quell'anno il GAEP ha dato il via e portato a termine tante
iniziative,
ha realizzato un nuovo logo ed un gagliardetto, ha poi realizzato il
completo restyling del sito internet (www.gaep.it).
La tradizionale Festa del 1° Maggio è stata trasformata nell’occasione
per spegnere le ottanta candeline, realizzando le felpe del GAEP e
scrivendo l’inno del sodalizio.
In occasione della Festa degli Escursionisti programmata in Rifugio per
il giorno 11 novembre, che concluderà le celebrazioni del compleanno
del GAEP verranno presentate due pubblicazioni.
A fine serata Paolo Burzoni e Francesco Arbasi hanno illustrato la
storia dell’inno del GAEP da loro composto e presentato il libro di
canti di montagna. Il libro conterrà anche un cd con l’inno "Una cordata in armonia" cantato e
registrato in sala di incisione da
un gruppo di soci.
Alberto Negroni, Andrea Silvotti e Gabriele Trabucchi infine hanno
presentato ai convenuti la bozza del libro che è in fase di
realizzazione e che racconterà gli ottanta anni di storia del GAEP.
La grande attività di ricerca di documenti, fotografie, giornali
dell’epoca e testimonianze di vecchi soci, si è conclusa con la
pubblicazione di un libro "Ottant'anni
e ... non sentirli". |
L’attività del GAEP è oggi
incentrata sui seguenti pilastri:
Il programma annuale prevede, mediamente, quindici escursioni guidate
in varie località degli Appennini e delle Alpi.
Caratteristica comune a tutte le iniziative escursionistiche guidate è
quella di porre particolare attenzione all’emancipazione individuale.
Vengono fornite ad ognuno dettagliate descrizioni dei percorsi proposti
integrate da mappe del territorio, gli accompagnatori volontari sono
disponibili per chiarimenti e note integrative affinché il partecipante
possa, successivamente, percorrere lo stesso itinerario in autonomia e
sicurezza. A tal fine, il Gruppo, organizza incontri su vari temi a
promozione
dell’ambiente nel rispetto della natura non dimenticando aspetti
altrettanto importanti quali la sicurezza individuale e le precauzioni
opportune per fruire coscientemente del territorio.
La Lunga Marcia è un’iniziativa alla quale partecipano, mediamente,
cinquecento-seicento marciatori provenienti da diverse regioni italiane
e paesi esteri. La Lunga Marcia vive, da oltre 40 edizioni, grazie
all’indispensadile
aiuto di più di 60 volontari che operano lungo i 33km del suo percorso
e presso il Rifugio.
Tra questi volontari oltre ai soci del GAEP, che organizzano la
manifestazione, è doveroso ricordare il prezioso contributo di amici
quali:
- il CAI sezione di Piacenza, che collabora al punto di ristoro del
Passo del Mercatello;
- i radioamatori (ARI) che con le loro apparecchiature sorvegliano
tutto il percorso e lo controllano con il sevizio scopa;
- i volontari del Soccorso Alpino SAER Monte Alfeo che sono gli angeli
custodi di tutti i marciatori impegnati sul percorso;
- i volontari della CROCE ROSSA ITALIANA, delegazione di Agazzano (PC).
Inoltre un importante aiuto economico viene come sempre dagli sponsor.
La collaborazione di tutti contribuisce ogni anno alla buona riuscita
della manifestazione.
Il Rifugio ‘V. Stoto’ è punto di osservazione per la rilevazione di
incendi; i volontari collaborano attivamente con il personale del Corpo
Forestale dello Stato ed i Vigili del Fuoco di Piacenza. Oggi il
Rifugio è frequentato dal Soccorso Alpino, dalla Protezione
Civile, dal Gruppo Cinofili di Piacenza che svolgono esercitazioni
nelle immediate vicinanze dello stesso.
Negli ultimi anni sempre di più l’ospitalità è stata utilizzata da
gruppi di giovani, soprattutto scouts e scolaresche, gruppi
parrocchiali che organizzano uscite didattiche in mezzo alla natura.
Non certo disdegnato da singoli, famiglie, gruppi sportivi o semplici
gruppi di amici.
Ospiti del Rifugio sono pure molti gruppi alpinistici che hanno sede
nelle province limitrofe a quella di Piacenza, che utilizzano gli spazi
per i classici ritrovi annuali.
Gli spazi poi sono a disposizione dei singoli e delle famiglie che
possono trovare aperto il rifugio in tutti i fine settimana dell’anno
sia d’estate che di inverno.
- Sviluppo e
salvaguardia
del territorio
Il GAEP da anni è impegnato nella riscoperta degli antichi sentieri
abbandonati e nel ripristino della loro agibilità con marcatura e
codifica degli stessi. Alcuni soci collaborano con il gruppo della
sentieristica del CAI per il rinnovo delle segnaletiche e posa di
cartelli indicatori ed il mantenimento degli itinerari con interventi
periodici di pulizia e potatura degli arbusti
Le suddette attività, praticate con costanza per tanti anni, sono state
la premessa per far convergere gli escursionisti e comitive di
scolaresche su di un territorio impervio quale è la testata della Val
Nure caratterizzata da bellissimi crinali.
Da anni all’annuale programma escursionistico si affianca un programma
di informazione e formazione. Sono stati ospiti famosi alpinisti,
semplici appassionati, istruttori che ci hanno insegnato a procedere in
montagna con maggior sicurezza, soci che ci hanno voluto raccontare le
loro esperienze. |
|
|